L’auditorium della Chiesa di Santa Margherita di Pastena, che vedrà presto la trasformazione in un teatro con circa 100 posti a sedere, ospiterà domani, alle ore 20,30, la prima dello spettacolo della Compagnia Teatrando
Di OLGA CHIEFFI
L’Europa Belle époque è connotata da un tumultuoso sviluppo, da una incrollabile fede nel progresso, dalla spensieratezza e da…tante, belle donne. La luce elettrica annullava le differenze tra il giorno e la notte, facendo sfavillare vetrine ricolme di ogni ben di Dio, caffè, teatri, cabaret dove vorticavano gli incontri. Tutto sembrava permesso e possibile. Denaro e ottimismo parevano destinati a non finire mai, accendevano i sensi e garantivano l’appagamento di ogni voglia. Persino le malattie facevano meno paura: a tenerle a bada intervenivano le continue scoperte della scienza. A Parigi si innalzava la Tour Eiffel e si vivevano i fasti dell’Esposizione Universale, si celebrava il ritorno delle Olimpiadi. Un milione di chilometri di binari attendeva merci e viaggiatori, nuovi e lussuosi modelli di automobili sfrecciavano lungo strade piene di vita, rese ancora più colorate dai grandi manifesti che affermavano il nuovo modo di vendere e di vivere. Euforia e frivolezza dominavano, anche se sotto la superficie serpeggiavano i virus di un malessere che sfociò nel dramma della Grande Guerra. Simbolo di quest’epoca fu la nascita del Cafè Chantant la nuova classe emergente, la borghesia che seduta a quei tavolini non voleva più pensare. Il trend parigino del caffè-concerto giunse in Italia alla fine dell’800 e a Napoli si sviluppò al Teatro Salone Margherita della Galleria Umberto I, laddove nacque un numero in più rispetto alla moda corrente: lo spogliarello. E così Luigi Stellato con Francesco Melber, nella rielaborazione di un motivetto popolare, crearono “’A Cammesella”, divertente duetto tra sposini, con il marito che tende a eliminare a uno a uno i numerosi schermi dietro i quali la moda del tempo nascondeva le grazie della sposa, e quest’ultima che, di volta in volta, si schermisce e cede e sulla stessa scia “Lilì Kangy”, “Niny Tirabusciò”, “‘A Frangesa”, colonna sonora di tempi in cui il dictat era “Aiz’ ‘a vesta! Smuovete è l’epoca c’ ‘o vvò!” Il declino del grande Eduardo Scarpetta iniziò proprio con l’inaugurazione del Salone Margherita e per l’occasione, nel 1893, scrisse “Lu cafè Chantant”, raccontando le traversie di Felice Sciosciammocca e del suo amico Peppino, attori di prosa ridotti alla disoccupazione e alla fame, mettendo l’accento sulla crisi in cui era precipitato il teatro drammatico, forse la stessa in cui versa oggi, caratterizzata dalla fuga in massa dei teatranti nostrani verso un repertorio insieme autarchico, evasivo e deteriore, ma al contempo, fingendo di contestare questo genere, si adeguò inserendo canzoni e macchiette, per ingraziarsi quel pubblico che egli temeva lo abbandonasse. “O’ fatt ro’ politeàm”, in cui intravvediamo la commedia del grande Scarpetta, è lo spettacolo che la Compagnia Teatrando Teatro, ospite di Don Sabatino Naddeo, metterà in scena domani alle ore 20,30 in scena nell’impianto sito, nel quartiere di S. Margherita, con repliche il 2, il 9, il 15 e il 16 dicembre. Luogo, questo, per il quale sono stati già stanziati i fondi per una ricostruzione e trasformazione in un teatro reale con circa un centinaio di posti a sedere. Il testo comico, in due atti, ideato da Lello Casella con l’adattamento e la regia di Sabrina Tortorella, è ambientato ai primi del ‘900. La messa in scena, molto semplice, cerca di raccontare lo spirito del tempo e lo stato d’animo dei grandi maestri di prosa costretti, loro malgrado, a reinventarsi. La scenografia trasforma il Teatro S. Margherita in una sorta di sipario che si apre su un ulteriore teatro. Lo spettacolo comico, tutto ritmo, è arricchito da autentiche trovate coreografiche affidate a Francesco Boccia Art director della New Space of dance di Salerno. Il suo balletto popola il sogno di Enrico. Can Can fantasmagorici insieme a tango e tarantella scandiscono momenti di trasgressione, passione, sentimento, allegria. La vicenda narra di un tradimento che si consuma in una casa in affitto e del sogno appagante che ne deriva. Giacomina (Sabrina Tortorella) amante di Errico (Lello Casella) vuole assistere ad uno spettacolo di Cafè chantant al Politeama.Enrico che ha appena vissuto con lei ore di passione decide di accontentarla. Giacomina, felice, si prepara per l’evento, Enrico, invece, crolla in un sonno profondo: sogna l’ingresso al Politeama con l’avvenente amante. Da lì una serie di vicissitudini che li vede coinvolti in questa surreale messa in scena. I personaggi, frutto dell’immaginario onirico, si presentano con particolari caratterizzazioni, si fondono, a volte, nei colori e nella vivacità dei ballerini che diventano i loro “angeli custodi”, tesi ad elevarne – semmai- virtù nascoste. Sul palco del S. Margherita un nutrito gruppo di attori, attrici, ballerine che ben si destreggiano tra vicenda, musica e iperbolici percorsi di teatro. Attori: Roberta Manzo, Pina Amato, Vincenzo Citro, Gianmarco Citro, Diodemo Dell’Orto, Enzo Melillo, Marcella Mari, Giuseppe Noschese, Martina Casaburi, Carmine Rinaldi, Pia Mari, Gaia De Angelis, Camilla De Angelis, Rosanna Scarano, Miriana Scarpa, Rossella Noschese, Benny Annunziata, Angelo Dell’Orto, Nicolò Mutti. Scenotecnica: Angelo Cirillo Teatrando Teatro. Costumi su bozzetti d’epoca: Laboratorio Teatro Arbostella. Ballerine: Francesca Alberti, Margherita Buonomo Eleonora Marfella, Lucia Aprile, Martina Iannuzzelli Camilla Liguori, Giada Ciccullo, Alessandra Cavallo, Alessandra Mastrogiovanni, Teresa Guerritore Anna Falco. Coreografie: Francesco Boccia, Alessandra Dono, Alessandra D’Onofrio Assistenti: Danila Flauti, Silvana Barba.
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