Saviano, Mauro Romano – Il 5° appuntamento con la kermesse savianese dedicata al compianto dr. Carmine Mensorio, è previsto per il prossimo 21 gennaio presso il teatro/auditorium della “Città del carnevale” di via Falcone e Borsellino. Alle ore 18.00 aprirà il sipario con la famosa compagnia “Omega” di Cercola (Na) – del fondatore, attore e regista Francesco Amoretto – per divertire il pubblico, sinora accorso sempre numerosissimo, con l’opera “La fortuna con la F maiuscola”, commedia in tre atti scritta nel 1942 da Eduardo De Filippo in collaborazione con Armando Curcio. La commedia era stata inserita da Eduardo nella raccolta intitolata “Cantata dei giorni pari”, dove rimase fino al 1962, anno in cui fu sostituta con “Ditegli sempre di sì” del 1927. La regia, ovviamente, è dello stesso maestro Amoretto. Un inizio di trama già appare molto significativo e incuriosisce lo spettatore che potrà togliersi i dubbi solo a rappresentazione ultimata. Anticipiamo: “In un misero e gelido appartamento di due stanze, al primo piano di un palazzo, vive nella più completa indigenza la famiglia Ruòppolo. Giovanni, scrivano, si batte tra mille difficoltà per sbarcare il lunario mentre sua moglie, Cristina, bada alle faccende di casa. Con loro vive sin dalla nascita il nipote Erricuccio, figlio della sorella di Cristina – morta di parto – e di padre ignoto. Erricuccio è un sempliciotto, ha ventisei anni ed è sofferente di nervi (“Nun po’ sta applicato…”). Analfabeta e scioperato, con il suo comportamento infantile e dispettoso è spesso causa di contrasto in famiglia, con la portinaia Concetta e con gli altri abitanti del palazzo. Per guadagnare qualche soldo (“p’’a cannarutizia ‘e s’abbuscà quaccosa…”) non disdegna poi di fare il ruffiano per donna Amalia, la moglie avvenente e sfrontata di Don Vincenzo, recapitando all’occasione lettere e messaggi all’amante di lei, il giovane Pietruccio. Ma don Vincenzo, uomo di temperamento, ha mangiato la foglia e mette in scena una finta partenza per Salerno allo scopo di cogliere gli amanti in flagrante. E infatti, appena sola, Amalia convoca Pietruccio servendosi di Erricuccio per recapitargli un biglietto. Nel frattempo, l’avvocato Manzillo – per il quale Giovanni lavora occasionalmente – viene a proporre un affare: un suo cliente, il giovane barone Sandrino di Torrepadula, anch’egli di padre ignoto, è pronto a pagare diecimila lire purché Giovanni lo riconosca come figlio, permettendogli così di presentarsi con tutte le carte in regola alla nobile famiglia della sua fidanzata e in definitiva di ottenere il consenso per il matrimonio. Spinto dalla necessità e dalla fame, Giovanni accetta e intasca l’anticipo, uscendo poi subito per comprare da mangiare”. Gli accadimenti si sviluppano in situazioni paradossali, esilaranti e mai del tutto ovvie, facendo si che lo spettatore resti incollato alla poltrona in attesa degli sviluppi dell’intera e complessa vicenda, così come ci ha abituato il grande Eduardo, che per l’occasione si è avvalso della collaborazione di Armando Curcio. La compagnia “Omega”, per oltre quarant’anni, ha calcato le tavole dei più importanti palcoscenici regionali ed oltre, ricevendo numerosi consensi ed importanti riconoscimenti, sempre sotto la guida del “padre fondatore” Francesco Amoretto, da considerarsi tra le figure più rappresentativa dell’arte teatrale nazionale. Infatti, il variegato artista partenopeo – oltre che autore ed adattatore di numerosi testi teatrali, è anche rinomato pittore e poeta! – non ha mai lesinato le proprie forze per amore del teatro, dell’arte, della letteratura, intervenendo spesso con iniziative in favore del sociale e portando insegnamenti tra gli studenti. Siamo sicuri che neanche stavolta ci deluderà, dopo il saluto del primo cittadino di Saviano, Carmine Sommese, del patron Giovanni Palladoro e del consigliere della città metropolitana, Francesco Iovino. Buon divertimento!
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