Doveva essere proprio bella la Chiesa di San Catello a Sorrento, a leggerla nelle descrizioni…
Doveva essere proprio bella la Chiesa di San Catello a Sorrento, a leggerla nelle descrizioni delle visite pastorali, con le decorazioni del Vaccaro e i preziosi arredi e quadri dei confratelli omonimi. Gli eventi della storia hanno voluto altro, sono rimasti, confluendo nella Chiesa dei Servi di Maria, oltre la grande devozione,il prezioso busto in legno, la grande pala d’altare con san Catello e Sant’Antonino ai piedi della Madonna, il reliquario e altri oggetti sacri.
Martedi 19 gennaio 2021 Don Ciro Esposito Parroco della Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni di Vico Equense dirà messa e di sera alla 18.30 il santo Rosario.
Riportiamo qui di seguito pagine dal libro di Di Leva della storia ricca e complessa:
La cappella di San Catello
Come abbiamo detto, nel 1572 venne inaugurato il monastero di Santa Maria delle Grazie. Esso fu inizialmente governato dagli “Ordini, et Constitutioni” emanati dal Brancaccio. Mancava soltanto la chiesa, la cui prima pietra fu posta il 7 dicembre dello stesso anno35. Sul foglio dell’Angelica, dietro il ritiro della Santissima Trinità, c’è una fabbrica. Possiamo affermare senza esitazione che si tratta dell’antica cappella dedicata a San Catello. Quando i Sorrentini accettarono la donazione della nobile Berardina Donnorso, fatta il 29 dicembre 1566 (poi perfezionata con gli atti del 5 gennaio, del 6 e del 28 febbraio 1567), con la quale destinò i suoi beni per l’edificazione di una Casa per le “Moniche del Popolo”, monsignor Giulio Pavesi cedette la chiesa, che si trovava su una parte del suolo destinato ad accogliere le fondamenta del nuovo ritiro. A questo punto dobbiamo registrare le seguenti concordanze: nel 1567 la bastionata è stata condotta a termine, la chiesa del borgo è ancora dedicata ai Santi Martiri. Nel 1 567 viene posta la prima pietra per l’erezione del ritiro domenicano, mentre è ancora in vita la solitaria cappella di San Catello. Da quest’ultimo dato topografico, così esplicitamente espresso, nasce la convinzione che la chiesa fu rilevata nel momento immediatamente precedente la sua scomparsa e che sta per seguire la costruzione del monastero. Ergo: dalle particolari letture della pianta assegniamo la fattura del disegno a qualche anno dopo il 1567 ma certamente prima del 1572, giacché noi dobbiamo supporre che la chiesetta non fu necessariamente distrutta nello stesso tempo in cui si poneva mano all’edificazione della clausura di Santa Maria delle Grazie “de populo”, per la quale i lavori durarono cinque anni.
Fonte : PositanoNews.it