Positanonews augura a tutti i Gaetano un buon onomastico. San Gaetano da Thiene, Nacque a…
Positanonews augura a tutti i Gaetano un buon onomastico.
San Gaetano da Thiene, Nacque a Vicenza dalla nobile famiglia dei Thiene nel 1480, e fu battezzato con il nome di Gaetano, in ricordo di un suo celebre zio, il quale si chiamava così perché era nato a Gaeta. Protonotario apostolico di Giulio II, lasciò sotto Leone X la corte pontificia maturando, specie nell’Oratorio del Divino Amore, l’esperienza congiunta di preghiera e di servizio ai poveri e agli esclusi. È restauratore della vita sacerdotale e religiosa, ispirata al discorso della montagna e al modello della Chiesa apostolica. Devoto del presepe e della passione del signore, fondò (1524) con Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti (Teate), poi Paolo IV (1555-1559), i Chierici Regolari Teatini. Per la sua illimitata fiducia in Dio è venerato come il santo della provvidenza.
DAL LIBRO DI ANTONINO TROMBETTA
MONASTERI E CONVENTI DELLA PENISOLA SORRENTINA STUDIO STORICO
La prepositura teatina di S. A ntonino
Tra i conventi sorti in Sorrento ce ne fu anche uno legato
alla basilica di S. Antonino – principale protettore di
quella città e dell’intera sua penisola – ed appartenente ai
padri teatini, fondati nel 3° decennio del secolo XVI da S.
Gaetano da Thiene. La richiesta di averli alla direzione di
quella basilica fu fatta al principio del ‘600 dal popolo di
quella città, e sostenuta con premura ed impegno dal suo arcivescovo,
mons. Girolamo Provenzale; ed affinché l’offerta
fosse più facilmente accolta, il nobile don Cesare d’Anfora,
dei duchi di Serignano, mise a loro disposizione metà di un
suo giardino, posto vicino a quella basilica, perché in esso
edificassero una casa del loro Ordine.
Pronunziatisi favorevolmente quasi tutti i Teatini d’Italia,
il loro superiore generale, che allora era il padre Giovan
Antonio Angrisani, che di poi divenne arcivescovo della stessa
città di Sorrento, iniziò con i governatori della confraternita di S. Antonino, che era proprietaria della basilica in questione,
le trattative per la sua cessione, che si conclusero positivamente
con un istrumento del 2 1 luglio del 1608, rogato
dal notaio Giovan Battista Verlizza di Napoli, e nello stesso
giorno e dal medesimo notaio fu anche stipulato l’atto con
cui don Cesare d’Anfora, secondo la promessa fatta, donava
ai Teatini il terreno su cui far sorgere la casa che dovevano
abitare a Sorrento. Quel terreno aveva l’estensione di due moggia
e mezzo, secondo la misura di Sorrento, rispondente a poco
più di mezzo ettaro, cioè mq 5625, ed era situato sul fianco
sinistro della detta chiesa, entrando, e separato dalla medesima
solo dalla strada pedonale che scendeva, e scende an··
che ora, alla marina piccola.
Intanto sul terreno donato i Teatini s’impegnarono subito
a realizzare la nuova abitazione, aiutati in ciò anche dalle offerte
dei devoti. In particolare, tra i donatori ricordiamo anzitutto
lo stesso Cesare d’Anfora, che cedette loro un caseggiato,
che aveva a Napoli, del valore di 1800 ducati, con la condizione,
come si dice nell’atto notarile della cessione del terreno
su cui elevarla, che lo vendessero ed impiegassero il ricavato
in quell’opera. Un’altra offerta cospicua venne dalla duchessa
Isabella Carafa, che nel novembre del 1 6 1 1 dispose
che dalle sue rendite fossero date ai Teatini di Sorrento 600
ducati l’anno fino alla completa elevazione di quella casa,
come pure per i finimenti e le suppellettili sia delle camere di
abitazione e sia di quelle adibite ad altri usi.
Quanto al tempo in cui quella casa fu ultimata, non lo sappiamo.
Di certo si sa che un quarantennio dopo l’inizio della
sua costruzione, in essa vi erano 18 stanze.
Avvenuta dunque con la stipula dell’istrumento del 2 1
luglio del 1608 la cessione ai Teatini della chiesa di S . Antonino,
alcuni di essi, con la partecipazione del loro superiore
generale, ne presero possesso il 1 4 settembre dello stesso anna,
ed uno di essi la resse col titolo di vicario per circa due
anni, cioè fino al 1 6 1 0, allorché, eretta in casa formata e di
osservanza il convento, che le si stava costruendo accanto, ebbe il titolo di preposito di S. Antonino, ed il primo, che
lo portò, fu il padre Clemente Alonso, a cui seguì una lunga
serie di confratelli, che, di regola, restavano in carica, salva
conferma, o rinunzia, tre anni, come gli altri superiori teatini,
ed erano coadiuvati da diversi confratelli – padri e fratelli
laici – del loro stesso Ordine per il regolare svolgimento dei
vari uffici e servizi religiosi, che giornalmente si compivano
nella chiesa (37).
Ciò detto sulla fondazione e sul primo avviamento di
questo convento, rimandiamo per la sua successiva attività e
per le sue successive vicende alle pagine 13 1-138 del nostro
volume citato in nota. Solo ricordiamo che la sua prima soppressione
avvenne nel 1809 per ordine del re di Napoli Gioacchino
Murat, e definitivamente la seconda nel 1866 in esecuzione
della legge-decreto n. 3036 del 7 luglio di qu’ ell’anno
del governo italiano. E d’allora, e fino alla fine del secolo il
preposito di S. Antonino fu ancora un teatino, ma vestito da
sacerdote secolare, e soilo all’inizio di questo secolo si tornò,
come è al presente, ad un sacerdote diocesano.
il quadro raffigurante San Gaetano da Thiene nella basilica di Sant’Antonino foto lucioesp
Fonte : PositanoNews.it