Santa Lucia è celebrata solennemente in Penisola Sorrentina Amalfitana a Minori, a Massaquano di Vico…
Santa Lucia è celebrata solennemente in Penisola Sorrentina Amalfitana a Minori, a Massaquano di Vico Equense e a Sorrento.
A Minori nella piccola Chiesa dedicata il 13 dicembre è una grande festa con processione dei santi Lucia e Agnello insieme , al rientro si inaugura il presepe nello spiazzo antistante. Grande devozione che però in tempo di Covid deve adeguarsi al protocollo.
A Massaquano troviamo la Santa Lucia più antica, affrescata nella Cappella gotica alla maniera giottesca, intorno alla chiesa la ritualità del falò e il lancio delle noccioline dal campanile. Le noccioline rappresentano gli occhi, e le signore si industriano nella produzione di zeppoline da offrire a tutta la popolazione.
A Sorrento nell’omonimo antico borgo, grande festa con sagra e falò, in tempi di non covid. Anche a Sant’Agata si vive nella parrocchia un intensa giornata di fede con messe frequenti.
Riportiamo come di consuetudine uno stralcio antologico relativo alle santa Lucia in Penisola.
Positanonews seguirà per il suo pubblico con dirette e video le manifestazioni.
Santa Lucia a Massaquano La Cappella di Santa Lucia. Un gioiello trecentesco
1117 febbraio u.s. per iniziativa della Sezione dell’Archeoclub di Vico Equense e
del Parroco di Massaquano, Don Antonio Guida, è stata effettuata una visita conoscitiva
alla Cappella di Santa Lucia, con la partecipazione di una folta rappresentanza
di concittadini amanti del nostro patrimonio artistico-culturale.
La chiesetta è sconosciuta a tanta gente; lo era anche a molti di noi prima che
decidessimo di visitarla. Ebbene, chi vi entra per la prima volta rimane scioccato
da questo piccolo capo lavoro .
La sensazione immediata che si prova, già sotto l’ampio porticato con archi
incroc iati got ici che la precede, è indescrivibile: un senso di devozione e una affannosa
ricerca di un riferimento ant ico, ad una chiesa o ad un monumento famoso
del Medioevo che si è v isto in qualche altra città. Istintiv amente gli occh i guardano
in alto, la mente «spia» lont ano nei secoli passati.
Si entra nella cappel la con gli occhi ancora attratt i verso l’alto; sulla parete di
fronte si intr avedono alcune figure affrescate (ahim é, una mano impietosa, tempo
fa, vi passò sopra una «mano» di calce). Nella penombra un senso indistinto di
meraviglia, di religiosità e di serenità ci pervade; anche qui la nostra attenzione è
attratta dalla verticalità delle struttur e, dagli archi got ici della volta, dai personaggi
in atteggiamento ieratico, t ipi ci della scuola giottesca, che appena si intravedono
sulle pareti laterali. Sì, tutta la cappe lla era affrescata, mentre ora si vede appena
qualche figura, come attraverso uno squarcio di nuvole. Si prova, perciò, un senso
di frustrazione.
Il pensiero di tutti è unanime, conco rde: togliere la calce e riportare al vecchio
splendore le tre pareti affrescate.
Le sensazioni si accavallano nella nostra mente quando l’amico Mario Verde ci
fa, molto brillantemente, una breve cronistoria della Cappella . Di essa si sa l’esatta
data di nascita. Ci guardiamo anco ra intorno, ognuno esprime la sua sodd isfazione;
siamo tutti pervasi da un senso di serenità e di gioiosa amicizia. Tutti concordiamo
che questa chiesa di Santa Lucia è un gioie llo da restituire alla comunità, all ‘arte.
Qualcuno (esagerando naturalmente) la paragona, fatte le debite proporzioni, alla
Cappella degli Scrovegni di Padova, affrescata da Giotto. E in effetti la nostra in
qualcosa somiglia al Capolavoro padovano. Intanto è del ‘300; lo stile è quello gotico
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italianizzato; gli affreschi murali sono di chiara ispirazione giottesca. Ricordiamoci
che lo stesso Giotto all’inizio del sec. XIV operò per un breve periodo anche a
Napoli. Il pittore della Cappella di Santa Lucia quasi certamente si è ispirato alle
opere napoletane del Grande maestro. Sarebbe interessante scoprire questo pittore,
ma queste sono cose che competono agli studio si in materia. Ancora un’altra analogia:
quella di Padova fu fatta costruir e dalla ricca famiglia degli Scrovegni, quella
di Massaquano fu fatta erigere e fu dotata dalla famiglia de Cioffo, benestanti di
allor a, e precisamente dal presbitero Barto lomeo de Cioffo. Tutto ciò è attestato da
un documento redatto nel 1385 per l’edificazione della Cappella.
Orb ene l’A rcheoc lub di Vico , d’intesa con il Parroco Don Antonio, vuo le riprendere
il di scorso del restauro della Cappella; essa deve essere sottoposta ad interventi
specifici sia per quanto riguarda gli affreschi, sia per la struttura architetton ica.
Si vuole perciò chiedere la collaborazio ne di tutti gli amanti del nostro patrimonio
storico-art istico, a partire dagli Enti specificamente a ciò preposti (Soprintendenza
ai Beni Ambi entali e ai Monumenti, Provveditorato alle Opere Pubbli che) agli Enti
Amministrativi (Regione, Comune), ma anche, ove necessario, ai cittadini . Ad essi
rivolgiamo l’ invito a sostenere ed aiutare i nostri tentativi ed il nostro lavoro. Siamo
sicuri che esso giove rà a tutta la nostra comun ità.
LA CAPPELLA DI S. LUCIA a Sant’ Agata
ED IL NUOVO ORGANO
- LUCIA! Era giusto che, insieme a Sant’Agata,
il popolo santagatese avesse venerazione per la prima
beneficata da Lei, S. Lucia. (Quando le nicchie dei
Santi furono tolte dai lati dell’altare maggiore perché
antiestetiche, come dalla foto, poiché Santa Lucia era
in una di esse, è stata posta nella prima cappella a destra,
detta della Madonna di Costantinopoli). Questa cappella
era proprio mal ridotta, urgeva il bisogno di restaurarla.
Pur senza mezzi disponibili, fidando, come
sempre, nella Divina Provvidenza e nella buona volontà
del nostro abile e generoso appaltatore Giuseppe
Aprile, l’abbiamo restaurata.
Al di sopra della nicchia della Santa, ora figura un
bellissimo quadro di S. Michele, copia di Guido Reni,
eseguita dal maestro G .Esposito di Sorrento. Ora aspettiamo
due lampade in ferro battuto per adornare la
nicchia di S. Lucia e per mantenere sempre accese le
lampade alla Protettrice della vista. Siamo lieti annunziare
che malgrado il magro raccolto dell’olio di quest’anno,
pure le Signore Giovanna Perrella e Maria
Esposito hanno raccolto molto olio per la Santa.
E’ stato fra noi il Signor A. Bensi, venuto per
adornare con nuove canne l’organo. Era un lavoro necessario
per l’estetica, e noi pur non avendo i mezzi
necessari i, ma fidando nella provvidenza ordinammo il
lavoro. A lavoro finito, non avendo disponibili i tanto
brutti soldi, purtroppo necessari, eravamo usciti per
domandare in prestito L. 1000, al primo che avremmo
incontrato per strada.
Si al primo, come già abbiamo fatto altre volte,
sicuri, come sempre che nessuno se lo faceva ripetere la
seconda volta. Ma, la nostra Sant’Agata è sempre pronta
a darci sorprese gradite e generose!
Appena usciti, incontriamo il Signor Terminiello
Bartolomeo, ritornato da pochi giorni da New York.
Egli, sempre gentile, c’invita a casa sua per farci ammirare
una splendida pianola del Nord America, per i suoi
figlioli ora già grandetti. Ma quale non fu la nostra
gradita sorpresa, quando il Signor Terminiello Bartolomeo
ci disse: Parroco, ho visto i progressi fatti in
Chiesa ed il magnifico organo, io nulla avevo dato per
esso; vi prego gradire queste L. 1000!
Ci domandiamo: uscire per trovare in prestito L.
1000 ed averle offerte, senza nemmeno pensarci, nel
momento che dovevamo pagare, non è un segno evidente
che la cara Sant’Agata ama il decoro della sua
Casa?
Noi, dal nostro Bollettino, inviamo i ringraziamenti
più cordiali al Signor Bartolomeo Terminiello, la
sua generosità in un morp.ento di preoccupazione, ci è
stata molto gradita. Siamo sicuri che Sant’Agata sorriderà
benignamente ai cari e graziosi suoi bimbi rendendoli
ora buoni, prosperi e savii in avvenire.
Chiesa di Sant’Agnello nel volume di bruno balsamo
La Cappella dell’Annunciazione nella chiesa di Sant’Agnello
(già di Santa Lucia)
La quinta Cappella della navata sinistra nel1584 non aveva Icona, nè vi si celebravano
messe. Nel 1599 venne così descritta da Monsignor Provenzale:
“Prope ostium parvum partis sinistrae ostii maioris est alia capeZZa sub invocatione
Sancta Lucia cum nonnullis imaginibus in parieti depictis in quo non celebratur nisi in die
S.te Lucie …. et quia est prope portam p(raedic)tam Dominus mandavit amplius in eo non
celebrare”.
61 Bartolomeo Capasso – Op. cit., pag. 133.
Mons. B. Gargiulo – Op. cit., pag. 84. – Mons. Gargiulo avanzò anche l’ipotesi che la tela possa essere opera
di Guido Reni o della scuola del Tiziano.
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La notizia spiega probabilmente il motivo per cui nel giorno 13 dicembre, vigilia della
festa di S.Agnello e festa di Santa Lucia, vi è tuttora nella nostra Chiesa la tradizione di
celebrare diverse messe al mattino, probabilmente reminiscenza di un lontano culto. Verso
la metà del diciassettesimo secolo la Cappella venne dedicata alla Madonna Annunziata. Di
aspetto semplice ed umile, aveva altare portatile e sepoltura riservata ai Piea; nell’icona
dell’Altare vi era, e vi tuttora, una buona tela raffigurante il mistero dell’Annunciazione,
attribuita dal Capasso al già citato pittore De Castro.
Dal1650 risulta patronata da Simone Piea e dal fratello Bartolomeo.che fu il primo o
comunque uno dei primi governatori del nostro Monte.
L’Altare venne rinnovato nel 1850 con marmi policromi intarsiati e scolpiti, con due
cherubini con mensola capoaltare pure in marmo scolpito. Ai lati dell’icona vi furono
sistemate due piccole tele ovali inserite nel rivestimento marmoreo della parete, nelle quali
sono raffigurati la Vergine del Buon Consiglio, a sinistra guardando l’altare, e San Luigi
Gonzaga a destra. Al disotto di ciascuna di esse vi sono due lapidi, una a destra ed una a
sinistra, rispettivamente con le seguenti epigrafi:
SACELLUM HOC
DEIPARAE AB ANGELO SALUTATAE DICATUM
CUM SEPULCHRO
JULIUS ET AGNELLUS TALAMO
PUBLICIS TABULIS ANNO MDCCCXXXI
E PICARUM FAMILIA COMPARATUM
EXTRUCTO E MARMORE ALTARI
SIBI HAC SUIS
LITTERIS APOSTOLICIS
ANNI MDCCCXXXII
PIACULARIS HOSTIA HIC OBLATA
TAM PRO IDLIO, ET AGNELLO TALAMO
QUAM PRO SUIS CONSANGUINEIS ET AFFINIBUS
INDULGENTIA PLENARIA
GAUDET
La Cappella venne acquistata da Giulio ed Aniello Talamo con atto del 3 dicembre del
1830, venditore Vincenzo Piea, il quale l’aveva ricevuta, assieme ad altri beni, da Alessio
Piea con atto di donazione del24 maggio 1805 62. I Talamo pensarono poi a restaurarla ed
abbellirla come chiaramente appare dalla citata epigrafe.
Ha Altare Privilegiato.
Nella parte alta della cupola prospiciente vi è stemma della famiglia.
62 Documenti di archivio della Chiesa parrocchiale.
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Fonte : PositanoNews.it