Il territorio di Sant’Antonio Abate sin dall’antichità è stato luogo di insediamento di popolazioni indigene…
Il territorio di Sant’Antonio Abate sin dall’antichità è stato luogo di insediamento di popolazioni indigene e di origine indoeuropea come gli Opici, gli Osci, gli Etruschi, i Greci, i Sanniti, i Romani, come dimostrano i numerosi reperti archeologici. Di particolare rilevanza è “Villa Cuomo”, una villa rustica, situata in via Casa Selese, risalente all’età augustea-tiberiana ed abbandonata molto probabilmente con l’eruzione del Vesuvio del 79 d.c., rinvenuta nel 1974.
Per la storia del nostro territorio, di fondamentale importanza è stata “La battaglia dei Monti Lattari”, combattuta fra il generale dell’Impero Romano d’Oriente Narsete e l’ultimo re degli Ostrogoti Teia.
Le vicende sono riportate nel “De bello Gotico” , scritto dallo storico bizantino del VI secolo Procopio di Cesarea, il quale narrando gli avvenimenti che posero fine alla guerra fra Goti e Bizantini, parla della decisiva battaglia in cui fu ucciso lo stesso re dei Goti Teia, tenutasi nel 552 presso il fiume Sarno, chiamato «Dracone», ai piedi del «Monte Lattaro».
Gli storici hanno individuato il teatro di battaglia, il quale molto probabilmente coincide proprio con il territorio di Sant’Antonio Abate, inoltre si narra che il corpo di Teia fu buttato in un pozzo situato in una località tutt’oggi denominata “Pozzo dei Goti”, al confine fra Sant’Antonio Abate e Angri.
La rilevanza storica, archeologica e culturale del territorio abatese è stata ulteriormente confermata dalla recentissima scoperta di un antico tratto di strada romana, proprio nel cuore del centro abitato innanzi al Palazzo comunale, venuta alla luce all’inizio del 2019, in occasione dei lavori di riqualificazione della piazza “Don Mosè Mascolo”. La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli ha condotto delle indagini, affermando che siamo in presenza di un’importante scoperta: si tratta di un antico asse viario, con molta probabilità realizzato dopo l’eruzione del 79 d.c., dai funzionari per la ricostruzione inviati dall’imperatore Tito, o più tardi all’epoca dell’imperatore Adriano, ampio circa 4 metri, che doveva congiungere i centri antichi di Stabiae e Nuceria, un percorso che metteva in comunicazione la piana interna della valle attraversata dal Sarno con i centri della costa, portando poi verso Sorrento da un lato e Pompei dall’altro.
Questo patrimonio storico-archeologico ci pone innanzi ad una precisa responsabilità, volta a tutelarlo e a valorizzarlo, dunque è necessario riappropriarci delle nostre radici, scoprendo la bellezza della nostra storia.
La realizzazione di questo progetto di rievocazione storico-teatrale, intitolato “Verso la battaglia dei Monti Lattari”, ha come obiettivo precipuo il recupero della storia di questa terra, la valorizzazione del patrimonio archeologico e lo sviluppo di una coscienza culturale collettiva.
Riscoprire il passato permette di maturare un senso di appartenenza profondo dei nostri territori e dei beni pubblici, consente di dare spessore al concetto di cittadinanza, in quanto un cittadino consapevole del valore delle proprie radici diviene un cittadino attivo, in grado di tutelare interessi dell’intera comunità a cui appartiene.
Il “rievocare”, il riportare alla mente , il commemorare, il celebrare, è parte integrante di ogni essere umano e nello stesso tempo fonte di crescita culturale, antropologica e sociale. In una società monopolizzata dai mass media, la Rievocazione Storica è un’arte, che ci permette di trasmettere la storia interagendo in modo completo con il pubblico, dando la possibilità allo stesso di entrare sul palcoscenico della storia, diventandone così protagonista.
Sabato 18 gennaio verrete catapultati nel cuore del VI secolo fra accampamenti militari e banchi di antichi arti e mestieri, che faranno da cornice allo spettacolo teatrale di Federica D’Auria, messo in scena dagli attori dell’associazione “Io non ti Conosco”. Vi aspettiamo numerosi! ⚔️
Fonte : PositanoNews.it