Grande successo di pubblico per la Sonora Junior Sax con Federico Mondelci nella Chiesa dell’Annunziata, per l’anteprima della rassegna “Concerti in Luci d’Artista” firmata da Antonia Willburger
Di OLGA CHIEFFI
Chiesa dell’Annunziata stracolma per l’esibizione della formazione di oltre ottanta sassofonisti fiore all’occhiello dell’Associazione Sonora Junior Sax, invitata da Antonia Willburger per l’anteprima della seconda edizione di “Concerti in Luci d’Artista” che si concretizzerà per animare musicalmente il lungo periodo della grande luminaria natalizia salernitana. La Sonora Junior Sax con il suo direttore Domenico Luciano e i tutor Luigi Cioffi, Domenico Luciano, Angela Colucci, Nicola de Giacomo, Attilio Foglia, Silvio Rossomando, Luigi Migliorino, Carmine Marra, Adolfo Alberto Rocco che hanno capeggiato le diverse sezioni del numerosissimo ensemble (solo l’accordatura ha preso, coscientemente, molto tempo) capace di porre in bella mostra i tagli di maggiore uso dello strumento, reduce dall’incisione di un cd Tachisax 75/2 che contiene tutti i brani suonati dalla Sonora Sax nei suoi concerti, tra cui il Valzer n°2 di Dmitrij Sostakovic, che ha inaugurato la serata, si è presentata con uno dei capiscuola italiani di questo strumento, il marchigiano Federico Mondelci. Era il giorno dello sbarco della Cantabria con il suo fardello di giovani donne morte, cui Tonia Willburger ha inteso dedicare il concerto. Un affettuoso e doveroso omaggio cui i ragazzi si sono associati poiché i suoni ci attirano verso ciò che sopravvive e persiste come risorsa culturale e storica, capace di resistere, turbare, interrogare e scardinare la presunta unità del presente. L’esibizione dei musicisti in erba, con un’età variabile tra i 9 e i 23 anni, ha avuto le sue punte d’eccellenza nell’African Symphony di Van McCoy e nel Concerto d’Amore di Jacob De Hann, unitamente alle Four Pictures from New York dedicate proprio a Federico Mondelci da Roberto Molinelli, pagine che, sposando certa melanconia europea generata dalla scoperta dell’alterità radicale del cosiddetto Nuovo Mondo, divenengono misura universale del mondo musicale. Musica, come il song di John Miles “Music was my first love” che contribuisce inevitabilmente alla sintonizzazione culturale e storica del mondo che attraversiamo, suoni che non illustrano più storie ma che le propongono, poiché il suono narra e smuove un legame affettivo, un ricordo, un luogo, una traccia, riflettendo sulla ferace affiliazione culturale e storica, che poi è l’essenza del Progetto Sonora. Amalgama certo difficile in una chiesa fatta di marmo e volte altissime come quelle dell’Annunziata, che ha avuto il suo momento più alto nella prima parte del concerto, prima che l’attenzione della platea fosse stata interamente calamitata da Federico Mondelci, godibilissimo al sax soprano, mentre il suono del suo contralto è schiavo della scuola francese e di quel vibrato eccessivo che urta proprio con il magistero italiano di questo strumento, nato qui a Salerno, che punta per intero alla magnifica qualità e seduzione del suono del sassofono, nudo, capace di impreziosire il tutto con naturalezza cristallina nella realizzazione di ogni nota, strada maestra che tutti i tutor della Sonora Sax e i loro Maestri hanno percorso e che crediamo stiano facendo intraprendere ai loro allievi. Finale incandescente e divertente con SaxPack, di Otto Schwarz, ancora una felice trascrizione per sax solista e banda, cui Domenico Luciano, responsabile direttore, ha contribuito per gusto e vivacità ritmica, prima di chiudere tra gli applausi con il “Nessun dorma!” con Federico Mondelci che ha lanciato l’attesissimo “Vincerò” con il contralto, compiacendosi dell’acuto, sfoderando il lungo catalogo di appunti e disappunti tenorili sulla punta della bacchetta del direttore.
L’articolo Sassofoni in “Luce” proviene da Positano News.