Sorrento – Ancora un evento di notevole interesse culturale, quello che, dopo il successo di sabato scorso nel ricordare la scrittrice Marguerite Yourcenar, avrà di nuovo lo splendido scenario dell’Hotel Bellevue Syrene, di Giovanni e Elsa Russo. L’Impertore Adriano,sarà stavolta l’argomento dell’evento organizzato da Rossella Di Leva, Carlo Milardi e Luciano Russo del Centro di Documentazione Roland Barthes, in collaborazione con il Centro Internazionale Antinoo di Roma, giovedì 21 dicembre alle ore 16,45. Nel ricordare i 1900 anni dell’ascesa al trono imperiale, relatrice d’eccezione Benedetta Adembri, direttrice di Villa Adriana a Tivoli.
Adriano, l’imperatore illuminato cosi consacrato proprio dalla Yourcenar nel romanzo le Memorie di Adriano ,dove la scrittrice francese descrive dall’interno l’epoca del secondo secolo dopo Cristo, che negli splendori della sua raffinatezza già ospita il presentimento dell’ombra, ma dove si può sorprendere in un affresco di civiltà così lontano punti di convergenza con il nostro modo di vivere.
Publius Aelius Hadrianus; dopo l’assunzione al trono detto imperator Caesar Traianus Hadrianus Augustus, Imperatore dal 117 al 138, la sua politica fu volta soprattutto al consolidamento delle frontiere dell’impero, che in quel periodo aveva raggiunto la sua massima espansione. Letterato, musicista, architetto, esteta raffinato, ammiratore della civiltà greca, uomo dissoluto, tormentato, egoista, presenta una complessa e contrastante personalità. Come imperatore giovò molto allo Stato romano per la sua politica di pace esterna e interna e la sua saggezza amministrativa.
Figlio di Publio Elio Adriano Afro, cugino di Traiano, del quale godette sempre il favore, rivestendo alte cariche e partecipando alle guerre daciche. La successione al trono diede però luogo a discussioni, poiché Traiano aveva provveduto solo negli ultimi suoi giorni all’adozione di Adriano. Dalla Siria, dove era governatore, pose fine alla guerra partica a prezzo della rinuncia di alcuni territori, venne nel 118 a Roma (dove alcuni generali accusati di congiura contro l’imperatore erano stati messi a morte) proclamando i suoi propositi di una politica pacifica. Nel 121 iniziò la grande serie di viaggi per l’ispezione delle province: visitò la Gallia, provvide al confine germanico e danubiano, in Britannia iniziò la costruzione di un poderoso vallo. Costruito nella Britannia da Adriano fra il 122 e il 127, era composto di due elementi principali: il muro e il vallo. Il muro correva per 117 km dall’imboccatura della Tyne a quella della Solway, con facce di blocchi squadrati, spesso alla base da 2 m a 3 m, alto fino a 5 o 6, con circa 320 torri rettangolari. Il lato N era fiancheggiato dal fossato largo fino a 12 m e profondo fino a 4 m, con circa 73 fortini quadrangolari a intervalli regolari, e varie stationes e castra. Un murus cespiticius, cioè di terra, costituiva forse una prima linea di difesa. Un vallum con fossa e terrapieni che va da Newcastle a Est, a Dykesfield a Ovest, sembra che costituisse un confine anteriore al muro. Dopo l’abbandono del vallo di Antonino Pio, il vallo di Adriano fu ricostruito e potenziato dall’imperatore Settimio Severo.
Fu in Spagna, in Africa, in Oriente, in Egitto dove gli morì il prediletto Antinoo, che amaramente pianse e onorò di culto divino. Più volte ad Atene. Ovunque lasciando traccia della sua provvida opera e ricevendo manifestazioni di lealismo. Tornò a Roma nel 134.
Un’intensa attività edilizia monumentale distingue la sua epoca: in Roma il suo mausoleo (Castel S. Angelo), la ricostruzione del Pantheon, il Ponte Elio, la villa presso Tivoli (Villa Adriana); in Atene tutto un nuovo quartiere monumentale con la Porta, l’Olympièion, la Biblioteca, il Ginnasio, e molte altre costruzioni in varie città dell’impero. Egli stesso progettò il tempio di Venere e Roma sulla Velia. Adriano morì nella sua residenza di Baia di edema polmonare a 62 anni come il predecessore Traiano.
Da Memorie di Adriano
Giudicando la propria vita di uomo e l’opera politica, Adriano non ignora che Roma finirà un giorno per tramontare; e tuttavia il suo senso dell’umano, eredità che gli proviene dai Greci, lo sprona a pensare e servire sino alla fine. “Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo” afferma, personaggio che porta su di sé i problemi degli uomini di ogni tempo, alla ricerca di un accordo tra la felicità e il metodo, fra l’intelligenza e la volontà
“Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t’appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più… cerchiamo d’entrare nella morte a occhi aperti…”. Con questa poesia scritta realmente dall’Imperatore Adriano in punto di morte si chiude il bellissimo romanzo di Marguerite Yourcenar.-
19 dicembre 2017 – salvatorecaccaviello
fonte Treccani
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