Non c’è angolo del mondo, che in un modo o nell’altro, non si canti la…
Non c’è angolo del mondo, che in un modo o nell’altro, non si canti la canzone di Califano , O’ Surdat ‘nammurat o torna a Surriento. Personalmente ho avuto modo di ascoltarla nei villaggi di animazione turistica del Kenia , di Cuba, del Giappone. Tale e tanto da considerarlo un vero e proprio ambasciatore della cultura italiana nel mondo a tutti gli effetti e soprattutto in perpetuo.
Lo ricordiamo per questo anniversario, con le pagine di Nino Cuomo, riportate anche nell’agenda sorrentina 2021, ma soprattutto, quasi a sottolineare la grandezza e l’attualità della sua eredità, il libro fresco fresco di stampa, In…canto napulitano” a cura di Antonio De Rosa e Olga Laudonia che hanno rispettivamente arrangiato e revisionato per orchestra giovanile alcune canzoni classiche napoletane, in cui Califano occupa un ruolo principale. Stiamo parlando di uno dei più grandi patrimoni mondiali, unico per struttura melodica e armonica, ma soprattutto per aver impiegato versi immortali i cui artefici sono stati alcuni dei più grandi poeti a cavallo tra Ottocento e Novecento, come Aniello Califano,Libero Bovio, Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo, E. A. Mario e così via.
IN…CANTO NAPULITANO DI ANTONIO DE ROSA E OLGA LAUDONIA
Tre le composizioni trascritte dal repertorio classico napoletano:
1) Tarantella luciana di L. Bovio e E. Cannio;
2) Funiculì funiculà di G. Turco e L. Denza;
3) ’O surdato ‘nnammurato di A. Califano e E. Cannio.
Gli arrangiamenti presentano un organico misto che può essere variato a seconda delle esigenze:
Tarantella luciana: due flauti, due clarinetti, violino, violoncello, due chitarre, due pianoforti, percussioni;
Funiculì funiculà: due flauti, due clarinetti, violino, violoncello, due chitarre, due pianoforti, percussioni;
‘O surdato ‘nnammurato: due flauti, due clarinetti, due chitarre, due pianoforti, percussioni.
Gli ultimi due brani contengono le parti di voce solista e coro che, in caso di mancanza, possono essere sostituiti da strumenti melodici.
L’opera fornisce un repertorio valido per esibizioni e concorsi.
Il vasto e prezioso patrimonio delle Canzoni Classiche Napoletane, che ci invidiano in tutto il mondo, non solo rappresenta una grande e immensa ricchezza d’arte e di cultura il cui risultato è sempre stato di sorprendente attualità, ma il suono e il ritmo di cui sono impregnate queste importali melodie, si adattano perfettamente a qualsiasi tipo di arrangiamento, soprattutto al jazz, ma anche ad altre forme libere e particolarmente efficaci come la recente revisione dei nostri due docenti e musicisti che, con il loro attento e stimolante arrangiamento, hanno sottolineato, ancora una volta l’importanza di questo vasto patrimonio culturale che rende la città di Napoli e le sue tradizioni, un unicum mondiale.
lato destro, si nota – da lontano – il sepolcro del grande ottocentista
russo, Silvesrer Scedrin, morto qui nel 1 830. Adiacente,
sulla destra, s’incontra, con un ornamento di alloro in bronzo,
una nicchia sul cui esterno si legge: “Aniello Califano, il poeta
di Sorrento, riposa accanto a mamma sua” epigrafe dettata da
Libero Bovio.
Nato a Sorrento il 19 Gennaio 1 870, da Alfonso (ricco
possidente) e da Rosa Rispoli, la cui famiglia era proprietaria
dell’Hotel Rispoli, da cui ebbe origine l ‘odierno Excelsior Hotel
Vittoria, Aniello, per seguire i desideri del padre, si avviò
agli studi di ingegneria e per tale scopo si trasferì a Napoli.
L’animo del giovane Califano, però, non era fatto per le materie
tecniche, era animo di poeta e trasportato dai suoi ardori, rinunziando
agli studi di ingegneria, si tuffò nella bella vita napoletana
e diede sfogo al suo estro poetico, divenendo presto uno dei
più ricercati per la canzone napoletana.
Fu un poeta prolifico, tanto che, nell’edizione del l 9 1 6 della
Piedigrotta Gennarelli, si legge che, volendo enumerare le canzoni
scritte da Aniello Califano una pagina della rivista non sarebbe
stata sufficiente, aggiungendo che “Egli è il più popolare
poeta partenopeo. Non vi è un nome femminile che Aniello non
abbia cantato; non vi è un vicolo di Napoli che egli non abbia
citato nelle sue innumerevoli canzoni”.
Era dotato di un’eccezionale ricchezza d’ispirazione, tanto
che, un giomo (nel 1907), si trovò all’Hotel Tramontano, dove
si recava spesso a far visita al proprietario Guglielmo Tramontano,
suo amico, che era anche il Sindaco di Sorrento e fu protagonista
di un episodio particolare. Ovviamente era presente
Giambattista De Curtis, ma trovò anche Salvatore Gambardella
(autore di molte famose canzoni napoletane) ed altri amici della
posteggia e della musica napoletane. Don Guglielmo lo stuzzicò
facendogli notare come il De Curtis, che non era sorrentino,
era l’autore dei versi di “Torna a Surriento” che aveva già raggiunto
grande successo e lui che lo era, non aveva prodotto una
canzone degna dell’altra. E Aniello Califano non accettò, neanche
per scherzo, la contestazione e rivoltosi a Gambardella,
gli disse: “Salvato’ scrivi” e dettò i versi di una grande canzone
(musicati dallo stesso musicista), “Serenata a Surriento” :
suspire d’ ammore,
delizia ‘e stu core
tu sì ‘nu buchè!
Surriento, Surriento!
So’ffatte pe ‘ ‘ncanta ‘
‘stu cielo, ‘sti ciardine . . .
chest’aria, ‘sti marine!
superò quella dei fratelli De Curtis!
I grandi amori di Aniello Califano furono Sorrento e le donne!
Se ho riferito innanzi che non vi era nome di donna che da
Aniello non fosse stato . . . cantato, ve ne sono alcune, apparentemente,
anonime, come La Surrentina
Nc e sta 1 na Surrentina
a parte d’o mercato,
‘nu piro sceruppato
una cosa ‘a mbalsama ‘
Ma la sua vita spensierata, lontano da San Lorenzo, dove
vivevano la moglie ed i figli, doveva pure aver fine. Una notte
sognò il padre, che era morto qualche anno prima, che lo rimproverava
del suo modo di vivere e lo sollecitava a rientrare
in famiglia, perché a breve l’avrebbe raggiunto. Aniello rimase
scosso, scrisse l’ultima sua canzone, “Tiempe belli”, che consegnò
subito all’editore Feola e ritornò in paese.
Dopo poco tempo fu attaccato dal vaiolo (pare a seguito di
un viaggio a Roma, per consegnare alcune sue composizioni al
presidente Wilson in visita in Italia) e morì isolato per paura del
contagio.
Era il 20 febbraio 1 9 1 9 e, dopo quattro anni, 1′ 1 1 Novembre
1923, i suoi resti mmtali furono trasferiti a Sorrento da San
Lorenzo, per iniziativa di Saltovar (Silvio Salvatore Gargiulo),
coetaneo ed amico, con un apposito comitato di cui esponente
vivo era l’ altro suo amico, l’ex Sindaco Guglielmo Tramontano,
sostenuti dal Sindaco avv. Lelio Cappiello, che riuscì
ad ottenere le spoglie, rivendicandole per la sua patria.
“Il Mattino” di Napoli, nella cronaca del 14- 1 5 Novembre
1923, dava notizia dell’evento: “Una mattinata d’aprile, sorta
come d’incanto sotto un terso e pessimo cielo opalino, accolse
Domenica 1 1 corrente, le preziose ceneri del geniale poeta
sorrentino Aniello Califano. Semplice come l’anima del poeta
si è svolta la commovente cerimonia. Nella navata principale
del Maggior Tempio di Sorrento, sopra di un artistico catafalco
cope1to di fiori, è stata deposta l’urna in mezzo ad una grande
corona d’alloro colla scritta ‘ Sorrento al suo Poeta Aniello Califano’.
Circondavano il tumolo altre splendide corone: quella
della vedova, dei figli e del genero Gaetano Citarella, del cav.
Fiorentino cugino dell’estinto, del Municipio di Sorrento, del
comm. Guglielmo Tramontano, del Circolo dei commercianti
ed una branche di garofani rossi di Silvio Salvatore Gargiulo al
suo indimenticabile amico . . . ”
Nel 1953, il Comune di Sorrento, nel costruire la strada che,
a valle, pone in comunicazione via Correale con via Rota, la
dedicò a questo suo illustre figlio in considerazione della sua
panoramicità di fronte a quelle bellezze della natura alle quali il
poeta si era ispirato per descrivere la sua Sorrento. Ed, all’inizio
di essa (sull’esterno dell’edificio Correale, che ospita il Museo),
furono posti i versi
Surriento è nu paese affatturato
Surrtiento è nu paese ncantatore,
E solamente chi nun tene core
E stu ciardino se ne po’ scurdà.
Nel 1 979 un nipote di Califano, ministro nel Governo
Carter degli USA, venendo a Sorrento, per visitare la patria
dei suoi avi, volle farsi fotografare vicino alla lapide della
strada.
Infine, nei primi anni ‘ 80 il Comune di Sorrento patrocinò
il premio di poesia intitolato ad Aniello Califano!
Fonte : PositanoNews.it