Venerdì 23 febbraio 2024 nella Sala Consiliare del Comune di Vietri sul Mare, con inizio…
Venerdì 23 febbraio 2024 nella Sala Consiliare del Comune di Vietri sul Mare, con inizio alle 18:00, nuovo appuntamento con la rassegna “Quello che le donne… dicono!”, ideata da Antonio Di Giovanni ed incentrata sulle produzioni letterarie e creative al femminile: è la volta di Benedetta De Luca, penna sensibile e gentile che affronta le tematiche legate alla “body positivity” e alla “diversity” da raccontare alla Gen Z, che presentarà il suo libro d’esordio “Una vita da Sirenetta”, edito da Sperling & Kupfer.
La rassegna “Quello che le donne… dicono!” è organizzata dall’amministrazione comunale di Vietri sul Mare guidata dal sindaco Giovanni De Simone, nell’ambito delle manifestazioni di “Vietri Cultura”, e si avvale del patrocinio della Pro Loco di Vietri sul Mare e dell’Associazione Giornalisti Cava de’ Tirreni e Costa d’Amalfi “Lucio Barone”.
“Una vita da Sirenetta” è un libro che, attraversando la vita di Benedetta dall’infanzia fino a oggi, mostra con leggerezza e ironia la povertà dei pregiudizi legati alla disabilità, al corpo e alla diversità. La presentazione del libro sarà affidata al prof. Franco Bruno Vitolo, a dialogare con la scrittrice sarà la poetessa Elvira Venosi.
«Come ho imparato a sentirmi bella – ricorda Benedetta De Luca – con una coda di troppo, un viaggio accidentato e felice verso l’autostima, la liberazione dalla paura degli sguardi altrui, la scoperta della propria unicità, il coraggio di far sentire la propria voce».
Fin da quando era bambina, Benedetta si è sentita come la famosa sirenetta della favola di Andersen: costretta a rimanere sott’acqua, a osservare da lontano gli altri vivere quella vita che lei desiderava con tutta sé stessa. Fino al momento in cui, proprio come la sirenetta, ha avuto la forza e il coraggio di salire in superficie.
Lei però, per farlo, non ha rinunciato alla propria voce, anzi. Quella voce l’ha trovata, e non ha più smesso di servirsene per trasmettere un messaggio forte e chiaro: «Io ci sono, e sono più di una ragazza con quel “difettuccio di fabbrica” che mi impedisce di camminare…». A partire dall’incontro dei genitori in un campo di fiori sotto una pioggia primaverile, passando per le perplessità dei medici di fronte alla sua rara patologia, gli anni solitari dell’infanzia scanditi dai ricoveri in ospedale, il periodo buio di un’adolescenza segnata dal pregiudizio e dal bullismo, fino ad arrivare alla consapevolezza che l’ha portata fuori dal suo guscio, Benedetta De Luca si racconta con sincerità e ironia, per ricordarci qualcosa che, purtroppo, non è ancora così scontato: non esistono ideali di bellezza, perché la bellezza sta nella nostra unicità e nella capacità di trovarla in noi stessi e negli altri. Guidata dalla passione e da un’insaziabile fame di vita, la sirenetta ha trovato un posto nel mondo fuori dall’acqua e non ha più bisogno di nascondere la coda: la sua storia dimostra che con l’amore, l’amicizia, il coraggio, l’autenticità e una buona dose di leggerezza non c’è barriera che non possa essere abbattuta. La prefazione è di Silvia Grilli.
“Una vita da Sirenetta” (Sperling & Kupfer), ovvero la storia di Benedetta De Luca è di quelle storie che ci ricordano una grande verità: la vita è come decidiamo di viverla. Perché per ogni cosa che ci succede abbiamo due alternative: accoglierla e abbracciarla, oppure rifiutarla condannandoci alla sofferenza. Proprio questo è il grande insegnamento contenuto in “Una vita da Sirenetta”: la sua rara malformazione congenita, Benedetta ha deciso di trasformarla in una sua particolarità – quella che ironicamente definisce “difettuccio di fabbrica” – in un elemento di forza, la sua coda da Sirenetta, ovvero ciò che la rende unica e inimitabile.
Benedetta ha avuto il coraggio di far sentire la sua voce e da alcuni anni ha deciso di farsi testimone e promotrice dei valori di inclusione e di accettazione della diversità attraverso i social. Oggi Benedetta è “gender and inclusion editor” per The Wom (Mondadori Media), dottoressa in giurisprudenza, nonché modella e “content creator” seguitissima, ma soprattutto un punto di riferimento per chi nei social cerca messaggi di inclusione e forza. La manifestazione aderisce al progetto “Posto Occupato”, campagna di sensibilizzazione sociale, virale e gratuita contro la violenza sulle donne, nata nel 2013 da Maria Andaloro che ha ideato e messo in piedi questa campagna che ha fatto il giro d’Italia ed ha anche oltrepassato le Alpi, e rappresentata in questo evento da Concetta Lambiase.
Fonte : PositanoNews.it